Rinvio della Riforma sulla disabilità: CoorDown chiede l’intervento del Parlamento e del Garante

Per oltre un anno la riforma della disabilità è stata applaudita come una svolta epocale ed un traguardo raggiunto a favore dei diritti delle persone con disabilità, nonostante i vari coni d’ombra di fattibilità e l’assenza di risorse sufficienti per segnare davvero la differenza con l’attuale carente sistema di sostegni e supporti.

La riforma prevede una fase sperimentale, inizialmente di 12 mesi, per verificare se l’impianto delle nuove disposizioni sia effettivamente sostenibile o abbia necessità di assestamenti. Passaggio delicato perché la sperimentazione riguarda uno degli aspetti forse più sentiti dalle persone e dalle famiglie: il progetto di vita individuale personalizzato e partecipato e la preliminare valutazione multidimensionale orientata ad elaborarlo. A suo tempo lasciava perplessi il fatto che questo passaggio preliminare riguardasse solo 9 province. Col tempo hanno poi preso corpo anche altre perplessità: il rinvio di regolamenti essenziali, la segnalazione di numerosi disagi anche per la valutazione di base (invalidità e disabilità) propagandata come semplificazione, i ritardi nell’adozione di  norme regionali di recepimento, il sostanziale disorientamento dei servizi territoriali di fronte a tale incertezza. Insomma, la sperimentazione è partita in modo assai zoppicante e di fronte a queste evidenze non stupisce che il Governo, con l’avallo del Parlamento, posponga ancora scadenze e termini della reale entrata di vigore, consapevole del caos in corso.

Che cosa è accaduto? Con il decreto mille-proroghe è stato approvato un emendamento sulla riforma della disabilità: la sperimentazione viene estesa a 24 mesi e vengono spostate anche le scadenza per altri decreti. Quello più importante è sui criteri per l’accertamento dell’invalidità: se ne parlerà a novembre 2026. Vengono tardivamente coinvolte nella sperimentazione altre 11 province, che la inizieranno però a settembre 2025.

Se tutto va bene il nuovo sistema entrerebbe a regime a gennaio 2027, sempre che dalla sperimentazione non emergano sostanziali necessità correttive.

Nel frattempo le persone con disabilità si dividono in due gruppi: quelli che attendono la promessa “svolta epocale” per la loro autodeterminazione e per gli adeguati sostegni e quelli – assai ridotti – che sono oggetto di sperimentazione.

CoorDown è colpito, assieme alla palese carenza di risorse, dall’estrema lentezza nell’attuazione reale della riforma, dilazione che mantiene tante persone in una condizione di marginalità. Inoltre, dobbiamo sottolineare come questi rallentamenti nell’attuazione siano contrapposti all’estrema fretta con cui nel 2023, con ben poco spazio al dibattito anche parlamentare, la legge delega sulla disabilità sia stata approvata.

Pur comprendendo l’allora necessità di rispettare, almeno formalmente, gli impegni e le scadenze del PNRR per poter ricevere i relativi contributi UE, riteniamo necessaria una profonda riflessione politica che investa innanzitutto il Parlamento quale garante reale dello stato di applicazione delle norme che ha approvato e dei contributi che l’Italia ha ricevuto, attraverso tutti gli strumenti possibili, compreso quello delle interrogazioni.

Per tali motivi CoorDown, apprezzando l’istituzione del Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità, ne invoca i poteri di verifica proprio ad iniziare dalla effettiva applicazione della legge delega sulla disabilità.