Ricorso INPS
Nonostante la collaborazione offerta all’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale) nel mese di agosto dal CoorDown, si moltiplicano in questi giorni visite sommarie e sbrigative, mirate unicamente alla revoca dell’indennità di accompagnamento.
La collaborazione, tuttavia, non è stata evidentemente sufficiente alle Commissioni dell’INPS, tanto che le persone con sindrome di Down, in diverse sedi sul territorio nazionale, sono chiamate a visita e, subito dopo, si vedono revocato il diritto all’indennità di accompagnamento.
Lo scorso agosto, a seguito di una corrispondenza con l’INPS, il CoorDown aveva garantito la piena collaborazione delle Associazioni – nell’ambito di una giusta operazione tesa a smascherare i falsi invalidi – affinché le famiglie delle persone con sindrome di Down fornissero tutta la documentazione necessaria come indicato nel DM 02/08/2007.
Si ricorda che le persone con sindrome di Down, dopo la certificazione delle competenti commissioni mediche delle ASL, rientrano tra le disabilità che sono esentate da ogni successiva visita o controllo in base all’art. 94 comma 3 della legge 289 del 27 dicembre 2002 e dell’art. 6 comma 3 L. 80/2006
Rimane pertanto incomprensibile come mai le commissioni periferiche dell’INPS ignorino completamente le documentazioni presentate convocando successivamente a visita medica di controllo. Tali visite avvengono senza gli idonei test di valutazione, in modo sbrigativo, sommario e lesivo dei diritti delle persone con sindrome di Down.
Il tutto in contrasto con le norme in vigore, tanto che sull’argomento sono fioccate interpellanze parlamentari da tutti i gruppi politici e votati ordini del giorno in alcuni consigli regionali.
Le ragioni per cui, per legge, le persone con sindrome di Down sono in situazione di gravità (la grave riduzione di autonomia di tali soggetti nella gestione delle necessità della vita quotidiana e i danni conseguenti), sono perfettamente sovrapponibili alle condizioni che legittimano la concessione della indennità di accompagnamento ed a quelle per le quali ai sensi dell’art. 6 comma 3 L. 80/2006 non sono rivedibili nemmeno ai fini dell’indennità.
L’azione quindi che si sta svolgendo verso le persone con sindrome di Down è dunque palesemente illegale.
Il CoorDown lancia quindi un appello ai Ministri competenti e alla Direzione Nazionale dell’INPS affinché cessi immediatamente l’azione vessatoria nei confronti delle persone con sindrome di Down, contestando l’applicazione della circolare INPS n.76 del 22/06/2010 che ne ha fornito le indicazioni operative e invitando le famiglie, che hanno subito la revoca dell’indennità di accompagnamento, a denunciare i fatti alla competente Procura della Repubblica per l’evidente abuso d’ufficio consumato ai propri danni in plateale ed ingiustificata violazione del D.M. del 2 agosto 2007, dell’art 94 comma 3 della legge 289 del 27/12/2002 e dell’art. 6 comma 3 L. 80/2006.
CoorDown Onlus
Il Coordinatore Nazionale
Sergio Silvestre
Alle famiglie che hanno già presentato la documentazione all’INPS e che successivamente sono state chiamate a visita, suggeriamo di inviare alla direzione Provinciale dell’INPS competente una lettera di diffida che trovate in bozza sia che la presentazione sia effettuata dalla persona disabile che dall’amministratore di sostegno.
Lettera ricorso INPS indennità