L’inclusione della disabilità nella pubblicità
La richiesta arriva da più parti del mondo: includere la diversità nella pubblicità. Alcune associazioni sono nate con questo scopo come Changing the Face of Beauty negli Stati Uniti e Staring with Julius in Australia. Changing the Face of Beauty è attivissima nei social network e ha iniziato una campagna di sollecitazione alle aziende a cui chiede esplicitamente di includere persone con sindrome di Down nelle loro pubblicità, la sfida è arrivare a contarne 50 nel 2017.
In Australia invece è uscito proprio in questi giorni il catalogo di Target dove una bambina con sindrome di Down partecipa come modella e insieme a lei altri tipi di disabilità sono rappresentati con naturalezza e spontaneità. La fondatrice dell’associazione Catia Malaquias sostiene che "la pubblicità dovrebbe essere più audace e riflettere il mondo in cui viviamo. Uno su cinque di noi vive con disabilità, avere una disabilità è parte naturale dell’esperienza umana come altri tipi di diversità e dovrebbe essere rappresentata, non esclusa".
Sfogliando La Repubblica del 1° novembre, edizione Milano, ci siamo imbattuti nella pubblicità di Eataly, la nota catena di ristoranti e negozi dedicati al made in Italy enogastronomico. Nella pubblicità a piena pagina appaiano 10 impiegati della catena, dalla panettiera al pizzaiolo, che invitano i consumatori a visitare lo store. Tra loro c’è Luana Ronutti, una ragazza milanese di 27 anni, impiegata nella sede di Milano Smeraldo da quasi un anno.
"Luana ha iniziato il suo periodo di prova sul finire del 2015 – spiega Rita Viotti, presidente di AGPD Associazione Genitori e Persone con Sindrome di Down onlus – e a giugno del 2016 è stata assunta a tempo indeterminato. Aveva al suo attivo una ricca esperienza maturata all’interno della Locanda alla Mano, il punto di ristoro che in centro città coniuga buona cucina e solidarietà, un vero hub formativo per molti ragazzi della nostra associazione che possono così sperimentare le proprie abilità e imparare un mestiere".
La vera sfida oggi è cambiare l’approccio culturale alla sindrome di Down e alla disabilità. La visibilità delle persone con disabilità nella cultura di massa è uno dei passi fondamentali per vincere questa sfida. Il modo in cui vediamo le persone con sindrome di Down ha il potere di escluderle o accoglierle pienamente come cittadini uguali agli altri.
L’inclusione nella pubblicità aiuta a validare e rendere normale nell’immaginario collettivo la partecipazione di persone con disabilità nella comunità e a mettere in discussione gli stereotipi e i pregiudizi che sono ancora oggi l’ostacolo più grande della piena inclusione nella società. In questo caso per le associazioni di categoria ha un doppio valore perché Luana non solo è presente in una pubblicità ma lo è nel suo ruolo professionale e la diffusione di quell’immagine rafforza il concetto che le persone con sindrome di Down possono lavorare ed essere parte attiva della comunità.
CoorDown Onlus