La “Casa al sole”, il percorso di autonomia a Pordenone è diventato maggiorenne
La Casa al sole di Pordenone, il progetto sperimentale per accompagnare alla vita indipendente giovani e adulti con la sindrome di down è diventato maggiorenne. Fu il primo in Italia, nel 2001, a garantire indipendenza e integrazione grazie alla Fondazione down Friuli Venezia Giulia. Oggi ci sono sei case satelliti in centro.
Il progetto – si legge sul Messaggero Veneto – resta un modello in Italia a cui si sono ispirate molte realtà, senza però riuscire a superarne lo spirito: «Perché questo – spiega il presidente della Fondazione down Friuli Venezia Giulia – non è un progetto assistenziale, è un percorso vero di indipendenza e autonomia». La prova ne è il fatto che la casa è pensata per accogliere quattro persone alla volta che, per tre anni e con il sostegno di educatori, imparano cosa significhi vivere fuori dal nucleo originario e organizzare la vita in modo autonomo: dalla spesa alle pulizie, dal lavoro la mattina agli impegni sociali. Superato quel traning – la maggioranza supera lo step positivamente – si aprono le porte delle case satelliti, quelle in cui andare con altri amici che sono usciti dalla casa al Sole.
Oggi abbiamo sei residenze con 19 ospiti, a cui si aggiungono le quattro persone accolte alla casa al Sole prosegue Morassut. Pordenone si è dimostrata la città ideale per attuare questo progetto. I coinquilini – che hanno dai 25 ai 56 anni – riescono a spostarsi in autonomia in centro, a vivere la città. “E la città ha risposto bene, non è mai capitato in un negozio o altrove che ci fossero forme di discriminazione nei loro confronti. Semmai aiuto”. Gli appartamenti sono tutti in palazzi diversi «per non creare un ghetto». Nelle case si creano nuove famiglie: di amici per lo più, ma ci sono anche storie d’amore. Due coppie ormai consolidate da 15 anni e altri giovani amori.
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