Il TAR accoglie il ricorso presentato dal Comitato #NoEsonero. Annullato il DI 182/2020 per illegittimità
Le associazioni ricorrenti: “Sui diritti non si negozia, l’inclusione scolastica non si tocca!”
Lo scorso febbraio, al grido di “L’inclusione non si fa fuori”, un gruppo di associazioni che si occupano di diversi tipi di disabilità si è unito per rivendicare il diritto all’inclusione scolastica e impugnare il decreto interministeriale 182/2020 che, a loro parere, segnava un’inversione di rotta nel percorso verso una piena inclusione scolastica, prima di tutto dal punto di vista culturale.
Le criticità del decreto interministeriale
Principali punti critici ritenuti lesivi del diritto all’istruzione degli alunni e delle alunne con disabilità riguardavano l’esonero da alcune discipline di studio, con conseguente allontanamento dell’alunno con disabilità dal gruppo classe e dai suoi docenti; la composizione del GLO e il ruolo della famiglia che, da membro effettivo, sarebbe divenuta “semplice partecipante” con un ruolo marginale nel processo decisionale a favore del figlio; la riduzione dell’orario di frequenza; l’introduzione di tabelle standardizzate per la definizione delle ore di sostegno.
Le azioni del comitato #NoEsonero
Le associazioni riunite nel Comitato #NoEsonero hanno dapprima promosso un flash mob virtuale e una raccolta di firme, che ha superato quota 50mila sottoscrizioni, poi, nel marzo scorso, nove associazioni aderenti al Comitato #NoEsonero, hanno deciso di impugnare davanti al Tar del Lazio il Decreto Interministeriale n. 182 del 29 dicembre 2020, con richiesta di annullamento dello stesso. Va ricordato che le associazioni ricorrenti hanno cercato in più occasioni un dialogo con le Istituzioni e una mediazione con le stesse, prima e dopo l’emanazione del decreto, ma tutte le richieste di mediazione sono rimaste inascoltate, obbligando pertanto la proposizione del ricorso prima che scadessero i termini di legge per l’impugnazione davanti al TAR.
La decisione del TAR
La decisione del TAR, arrivata all’indomani dell’inizio della scuola, dà ragione al comitato #NoEsonero, accogliendo il ricorso nella sua interezza e dichiarando illegittimo il DI 182/2020 e tutti i suoi allegati. In particolare:
- ha dichiarato illegittime le norme sul funzionamento del GLO;
- ha dichiarato illegittima la predeterminazione delle ore di sostegno attribuibili dal GLO, con stretto legame rispetto al “debito di funzionamento”;
- ha dichiarato illegittima la possibilità di esonero degli alunni con disabilità da alcune attività della classe, con partecipazione ad attività di laboratorio separate;
- ha dichiarato illegittima la facoltà di predisporre un orario ridotto di frequenza.
Quali sono le conseguenze della sentenza del TAR?
Le associazioni ricorrenti rassicurano le famiglie sul fatto che non c’è alcun caos normativo, semplicemente si ritorna ai modelli di PEI usati fino allo scorso anno scolastico e alla centralità della famiglia nelle decisioni che riguardano gli alunni. Si attendono le decisioni del Ministero, ma a seguito dell’annullamento del decreto si applica la normativa previgente che insegnanti e dirigenti conoscono bene essendo stata applicata fino al giugno scorso.Il lavoro delle associazioni ricorrenti e del comitato #NoEsonero per una scuola a misura di tutti non finisce qui. Auspichiamo che questa sentenza sia l’occasione per un confronto davvero costruttivo con il Ministero per giungere alla normativa che da tempo attendiamo nel rispetto delle tutele di tutti.
Antonella Falugiani, Presidente di CoorDown:
“Il ricorso al TAR è stata un’azione certamente estrema, ma necessaria per tutelare i diritti dei nostri figli. Abbiamo provato a negoziare ai tavoli istituzionali, anche mesi prima che il decreto fosse emanato quando giravano le bozze, abbiamo fatto più volte richiesta di essere auditi, ma le nostre posizioni sono rimaste inascoltate e non ci è stato concesso di dire la nostra, pur essendo CoorDown membro della Consulta delle associazioni dell’Osservatorio sulla disabilità. Non abbiamo mai avuto notizia che il Miur stesse trattando, con alcune associazioni, modifiche dei punti da noi contestati e se così fosse stato avrebbe potuto dichiararlo in causa, intervenire prima, chiedere rinvii delle udienze per perfezionare ipotetiche modifiche. Nulla di tutto questo è stato esperito. E se davvero ci fosse stato questo percorso in atto, perché non coinvolgerci? Quindi, alle accuse di aver fatto fare un passo indietro alla normativa sull’inclusione, non possiamo che rispondere che il decreto interministeriale 182/2020 ne avrebbe fatto fare uno di 40 anni indietro. Abbiamo più volte dichiarato che qualcosa da salvare c’era, in quel decreto, ma non abbiamo avuto scelta perché i tempi erano strettissimi, il D.I. doveva essere impugnato tempestivamente e sui diritti non si negozia. Non è un passo indietro, semplicemente dobbiamo ripartire dalla normativa previgente e migliorarla, ma con un dialogo aperto, onesto e con la rappresentanza di tutta le parti in causa”.
Le associazioni ricorrenti
Il ricorso è stato presentato da CoorDown, CIIS, A.S.S.I. Gulliver Associazione Sindrome di Sotos Italia APS, Autismo Abruzzo Onlus, Associazione Persone Sindrome di Williams (APW), Associazione Prader Willi Lombardia, Fondazione Cepim, PianetaDown ONLUS, Spazio Blu Autismo Varese APS.