Dear Future Mom: CoorDown rifiuta ogni tipo di strumentalizzazione della campagna

“Dear Furure Mom” è una campagna di comunicazione che ha fatto la storia della comunicazione sulla disabilità e non permetteremo a nessuno di rovinarla con insinuazioni e strumentalizzazioni. 

Il video ha avuto oltre 8 milioni di visualizzazioni online, ha attirato l’attenzione della stampa nazionale e  internazionale, vinto i premi più prestigiosi a partire dal Festival della creatività di Cannes con 6 Leoni, e nelle 48 ore successive al lancio, è stato il video  più condiviso al mondo sui social network, è una campagna che è stata amata e apprezzata anche per lo stile comunicativo: una narrazione non pietistica e non vittimistica. Una comunicazione senza testimonial che parlassero per le persone con sindrome di Down, ma la voce dei diretti interessati nel rispetto del principio di autodeterminazione che sta tra i valori principali della nostra associazione. 

Un video che raccoglie le parole e le aspirazioni dei ragazzi e delle ragazze che hanno partecipato: Alessia, Emma, Lena, Mila, Andrea P., Andrea F. e Andrea R. dall’Italia, Ines, Romain e Segolene dalla Francia, Maria e Nico dalla Spagna, Sarah dall’Inghilterra e Anamarija e Zdravko dalla Croazia.

Un racconto che ancora oggi dopo otto anni emoziona, viene visto e condiviso, e viene usato per sostenere i neo genitori e per raccontare chi sono le persone con sindrome di Down non solo in Italia, ma in tutto il mondo.

È per questo che rifiutiamo categoricamente ogni strumentalizzazione. La nostra associazione ha dal primo giorno chiarito la sua posizione in merito: la campagna promuove il diritto alla felicità e al benessere delle persone con sindrome di Down e non è una campagna anti-abortista. Siamo per la difesa della libertà di scelta individuale senza se e senza ma, nel rispetto di qualunque essa sia. Certo vorremmo che le famiglie davanti ad una diagnosi pre-natale vengano informate adeguatamente e sostenute, un servizio che le nostre associazioni fanno capillarmente sui territori. Siamo altresì per la libertà della persona con sindrome di Down di dichiarare la propria felicità e la dignità della propria vita, nonostante le difficoltà e le fatiche che la condizione può portare.

Vediamo con rammarico testate giornalistiche, associazioni e singoli usare il nostro video per fare propaganda senza un vero interesse per le persone con sindrome di Down. Così come rifiutiamo qualsiasi strumentalizzazione del mondo pro life, così rifiutiamo la decisione del Consiglio Superiore per l’Audiovisione (CSA) e della CEDU – Corte europea dei diritti dell’uomo perché riteniamo che le persone con sindrome di Down abbiano diritto di esprimersi e di raccontare la propria vita. Speriamo di non dover tornare ulteriormente su questo argomento e che questa campagna meravigliosa che ha emozionato milioni di persone e sostenuto famiglie e persone con sindrome di Down in tutto il mondo non venga ulteriormente strumentalizzata né in una direzione né nell’altra.