CoorDown alle Nazioni Unite

 

Buongiorno a tutti dell’ONU,

 

mi chiamo Irene e ho quasi 18 anni.

 

Sono qui oggi a parlare a nome di tutte le persone che come me hanno un cromosoma in più. Voglio parlarvi dei miei desideri e dei miei sogni che non sono speciali, sono i sogni dei ragazzi di tutto il mondo.

 

Vorrei avere la possibilità di studiare come tutti gli altri, imparare cose sempre nuove, le stesse cose dei miei compagni, anche se ho delle difficoltà. Alcuni insegnanti parlano molto veloce e usano parole troppo difficili, non si preoccupano che tutti capiscano.

 

Tante volte mi sono sentita esclusa, nel gruppo degli amici e dei compagni, perché pensano che io sono diversa, non pensano che mi piace uscire per divertirmi, fare shopping, andare in un centro benessere, vedere un film al cinema, andare a cena fuori, andare in discoteca, fare delle gite e delle vacanze come tutti i ragazzi.

 

Io ho pochi amici, vorrei trovare delle persone nuove con cui condividere sentimenti, pensieri e segreti, persone che mi vogliono bene.

 

Vorrei anche crearmi una famiglia, perché la famiglia è importante, io voglio molto bene ai miei genitori, la mia mamma Antonella che è qui, il mio babbo Daniele e il mio fratello Lorenzo, che mi hanno aiutato a crescere e a diventare grande. Tra un po’ mi piacerebbe andare a vivere da sola, in una casa tutta mia, con degli amici o magari con un fidanzato che mi rende felice, crearmi una famiglia da sola.

 

Ancora tante persone non credono che io possa diventare autonoma, che sia capace di fare da sola tante cose, come camminare per strada e prendere l’autobus, usare le applicazioni del telefono per spostarmi e utilizzare i soldi, usare la lavatrice o cucinare, pulire la camera e la casa. Ma io posso!

 

Prima però vorrei avere l’opportunità di lavorare, perché per tutti è importante trovare un lavoro quando si diventa grandi, per avere dei soldi e poter vivere da soli e per sentirsi in gamba.

 

Il mio sogno sarebbe quello di lavorare nel mondo della moda o dello spettacolo, ma molte volte le persone con la sindrome di Down non possono farlo, non lo so perché, ma sarebbe bello.

 

Io sono qui oggi perché è la Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down e vorrei dire a tutti che noi non siamo incapaci, bisogna darci la possibilità e l’opportunità di imparare, di fare progetti, di partecipare alla vita della comunità e avere un ruolo nella società.

 

Non abbiamo bisogno che ci costruiate qualcosa di nuovo, o di speciale, in realtà noi abbiamo bisogno solo di essere inclusi in ciò che già esiste. Questo si potrà fare solo se saremo più presenti nelle Istituzioni e negli Organismi Governativi.

 

Non abbiamo bisogni speciali, sono soltanto bisogni umani, anche se abbiamo bisogno di maggiori supporti.

 

Grazie per averci dato questa opportunità!

 

GUARDA L'INTERVENTO DI IRENE GALLI QUI