AFFITTO NEGATO A RAGAZZI CON SINDROME DI DOWN
È successo ancora. Un nuovo grave episodio di discriminazione nei confronti di persone con sindrome di Down. Questa volta si è verificato a Milano dove ad alcuni ragazzi che seguono il “Progetto Casa” del “Circolo Culturale Giovanile di Porta Romana” è stata negata la possibilità di prendere in affitto un appartamento a causa della loro condizione di disabilità.
La Onlus milanese, presente da molti anni sul territorio, si è costituita per volontà di alcuni genitori con l’obiettivo di offrire a ragazzi con sindrome di Down spazi adeguati per trascorre il tempo libero e per svolgere le loro attività. L’associazione aveva di recente individuato, in zona Gambara, un appartamento più funzionale rispetto al precedente per il progetto di autonomia abitativa che da tempo porta avanti con successo. Ma dopo i primi approcci positivi con l’agente immobiliare sono arrivati i problemi: al momento del pagamento della caparra la proprietà dell’immobile si è tirata indietro e non ha più voluto affittare l’appartamento perché gli occupanti sarebbero state persone con sindrome di Down.
CoorDown condanna con fermezza questo grave episodio di discriminazione ed esprime piena solidarietà alle famiglie e ai ragazzi coinvolti. Si impegna a seguire gli sviluppi della vicenda per valutare eventuali azioni legali da intraprendere e offre fin da subito il pieno supporto a tutti i soggetti protagonisti loro malgrado di questa triste vicenda. Il diritto alla vita indipendente è sancito anche dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che all’art. 19, Vita indipendente e inclusione nella società, recita testualmente: “Le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza, dove e con chi vivere, e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione”.
«L’assoluta mancanza di conoscenza della sindrome di Down – afferma Sergio Silvestre, Presidente Nazionale di CoorDown – genera piccoli mostri culturali e autentici corto circuiti come questo. Al sentimento di impotenza del momento si aggiunge la delusione per un gesto offensivo del tutto gratuito e ingiustificato, figlio dell’ignoranza. Per fortuna, progetti di autonomia abitativa come quello di Milano sono sempre più diffusi in Italia. Ci auguriamo che in futuro nessun atto discriminatorio possa ostacolare il loro ulteriore sviluppo ma che al contrario si moltiplichino, nelle comunità nelle quali viviamo, modelli comportamentali virtuosi che agevolino e supportino il cammino verso l’autonomia dei nostri ragazzi».