3,5 MILIONI DI PERSONE IN TUTTO IL MONDO COINVOLTE DALLA CAMPAGNA “JUST THE TWO OF US”
COORDOWN “C’E’ ANCORA TANTA STRADA DA FARE PER COLMARE IL DIVARIO TRA REALTA’ E DESIDERI DELLE PERSONE CON SINDROME DI DOWN”
Nella giornata che celebra gli innamorati, CoorDown racconta l’impatto della campagna mondiale “Just The Two of Us” dedicata alla sessualità e alla vita amorosa.
Nel 2022 CoorDown ha deciso di occuparsi di uno dei temi più complessi e sensibili per le persone con disabilità intellettiva: avere una relazione amorosa e vivere appieno la propria sessualità. Un passo fondamentale nella difesa e promozione dei diritti delle persone con sindrome di Down, che ha dato vita a un lungo percorso di formazione e informazione su uno dei principali tabù sulla disabilità con un video dove una giovane coppia protagonista reclama la propria intimità e autonomia e con attività continuative di approfondimento.
Sono state 3,5 milioni le persone coinvolte e sensibilizzate dalla campagna “Just The Two Of Us” sulle diverse piattaforme digitali a un anno di distanza dal lancio mondiale, generando discussioni sui social e interesse in tutto il mondo con un impatto sull’opinione pubblica davvero significativo. Un messaggio forte e dirompente a cui hanno risposto oltre 25mila persone che hanno visitato e approfondito la tematica sul sito della campagna attraverso risorse e FAQ. Ma non solo, CoorDown ha raggiunto con il Convegno Nazionale “L’amore ha bisogno di spazio” a Rimini in settembre e attraverso incontri di confronto, formazione quasi mille tra giovani e adulti con sindrome di Down, famiglie, esperti, psicologi, operatori sociali e insegnanti. Gli atti del Convegno comprendono gli interventi di Antonella Falugiani, Presidente CoorDown OdV, del prof. Fabio Veglia, di Donatella Oggier-Fusi, di Angelamaria Becorpi, di Elisa Orlandini e le conclusioni del convegno.
La necessità di costruire percorsi che garantiscano educazione alle relazioni e alla sessualità per vivere la propria vita affettiva in modo sano e soddisfacente è una delle richieste più forti raccolte in un anno di campagna, per questo anche nel 2023 proseguono gli incontri di formazione su questioni educative ricorrenti – consapevolezza, prevenzione dei rischi, condivisione del linguaggio e buone pratiche – per permettere lo scambio di esperienze e di sostegno reciproco sul tema con famiglie, giovani adulti con sindrome di Down e operatori.
Il diritto alla sessualità e a vivere relazioni amorose resta ancora oggi uno dei tabù più difficili da abbattere che i giovani adulti con sindrome di Down e i loro familiari si trovano ad affrontare nel loro percorso di crescita, momenti fondamentali per ciascuno che troppo spesso accompagnati da paure, stereotipi e sono vissuti in mancanza di strumenti adeguati a fornire il giusto supporto e ascolto.
CoorDown aveva indagato nel 2020 con il questionario “Ora Parlo Io!” le percezioni e i pensieri sull’amore e la vita sessuale di 650 persone con sindrome di Down di diverse età. Una ricerca che aveva messo in evidenza come l’amore fosse un’esperienza fortemente desiderata e percepita come possibile, ma che dimostrava quanto fosse un bisogno insoddisfatto, a causa dei condizionamenti sociali, dalla cultura dominante e anche dai familiari. Solo il 46,5% affermava di vivere una relazione affettiva, tra coloro che invece non hanno un fidanzato o fidanzata il desiderio è comunque fortissimo: oltre il 75% vorrebbe avere una relazione. Il crollo di risposte di fronte alla vita sessuale testimonia quanto fosse necessario affrontare proprio il tema dell’educazione sentimentale e sessuale, dalla famiglia fino alle istituzioni per sfatare pregiudizi e false credenze sulla sindrome di Down.
Antonella Falugiani, Presidente di CoorDown ODV dichiara: «C’è ancora tanta strada da fare per colmare il divario tra realtà e desideri delle persone con sindrome di Down, il lavoro che abbiamo fatto in questo anno non si fermerà e auspichiamo che possa continuare negli anni con progetti dedicati su tutto il territorio italiano insieme alle associazioni aderenti a CoorDown».